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Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ritiene necessario prorogare il pacchetto legato agli incentivi per le ristrutturazioni e quello per l’efficienza energetica.

Buone notizie per i bonus casa. Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ritiene necessario prorogare il pacchetto legato agli incentivi per le ristrutturazioni e quello per l’efficienza energetica. È quanto ha dichiarato nel messaggio inviato alla ventinovesima edizione del Coordinamento legali di Confedilizia a Piacenza.

Il ministro Patuanelli ha ricordato che dal 2007 a oggi grazie alle detrazioni fiscali per il risparmio energetico e all’utilizzo di fonti di energia rinnovabili negli edifici esistenti si registrano oltre 39miliardi di euro di investimenti per interventi di riqualificazione energetica – di cui 3,3 miliardi solo nel 2018 – con un risparmio cumulato di 100milioni di Mwh.

Alla luce di questa dichiarazione dovrebbero essere prorogate al 2020 tutte le detrazioni fiscali che riguardano il recupero del patrimonio edilizio, l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, la realizzazione e manutenzione straordinaria di giardini e gli interventi di risparmio energetico «qualificato».

In particolare, senza l’annunciata proroga, scadrebbe alla fine del 2019 l’aumento dal 36% al 50% della detrazione Irpef, introdotto dal 26 giugno 2012, sugli interventi effettuati per recuperare il patrimonio edilizio, come le manutenzioni straordinarie, quelle ordinarie su parti comuni condominiali di edifici residenziali, i restauri e risanamenti conservativi, le ristrutturazioni edilizie, altri interventi minori tra cui il risparmio energetico non «qualificato».

La proroga annunciata dovrebbe riguardare anche il limite massimo di spesa per singola unità immobiliare e relative pertinenze, che a regime è di 48mila euro, ma che dal 26 giugno 2012 è stato aumentato a 96mila euro. Si auspica, comunque, un incremento di questo importo, perché risulta spesso basso per gli interventi di ristrutturazione edilizia.

Senza la proroga al 2020, scadrebbero il 31 dicembre 2019 anche le seguenti detrazioni:

la detrazione Irpef del 36% per la realizzazione e la manutenzione straordinaria di giardini (con limite di spesa di 5mila euro per unità immobiliare ad uso abitativo, da ripartire in dieci quote annuali costanti);

la detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici (con limite di spesa di 10mila euro), solo se i lavori edili che consentono la detrazione dell’articolo 16-bis del Tuir sono iniziati nell’anno dell’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici o in quello precedente (ma prima del pagamento dei mobili);

tutte le detrazioni Irpef e Ires del 50% o 65% per gli interventi di risparmio energetico «qualificato», come ad esempio l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda, di strutture opache verticali (pareti isolanti o cappotti) e di strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti) che hanno la detrazione del 65%, o l’installazione di finestre comprensive di infissi e di schermature solari (con detrazione del 50%);

A prescindere dalle scelte di proroga o meno della legge di bilancio 2020, la normativa attualmente in vigore prevede già l’applicazione fino alla fine del 2021 delle detrazioni Irpef e Ires pari al:

70% per gli interventi di riqualificazione energetica di parti comuni condominiali, che interessano più del 25% dell’involucro dell’edificio;

75% per gli interventi di riqualificazione energetica di parti comuni condominiali, che migliorano la qualità media di cui al decreto 26 giugno 2015;

50%, 70%, 75%, 80% o 85% per le misure antisismiche «speciali» nelle zone sismiche 1, 2 e 3.

Per il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa la proroga degli incentivi è un segnale importante, perché sono l’unica forma di sostegno a un settore in estrema difficoltà e gravato da una tassazione patrimoniale giunta a livelli non sopportabili.

Però il vero cambio di passo – come sottolinea anche Confedilizia – sarebbe quello di rendere definitivi e strutturali questi bonus nelle misure più vantaggiose per i contribuenti, perché non di rado gli interventi edilizi prevedono un impegno economico importante che richiederebbe una programmazione a lungo termine.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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