Pubblicato in ritardo rispetto alle previsioni il decreto che attiva agevolazioni per 25 milioni nel 2019
Il profilo dell’innovation manager (il superconsulente che aiuterà le Pmi nella transizione verso il digitale) trova finalmente una definizione, grazie alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del primo luglio del decreto 7 maggio 2019 del ministero dello Sviluppo economico. Si sblocca così una dotazione della legge di Bilancio che, solo per il 2019, vale 25 milioni di euro e che spalmerà altri 50 milioni di euro tra il 2020 e il 2021: sono tanti i contributi a fondo perduto dedicati proprio a pagare le consulenze specialistiche per l’innovazione.
Cosa dice la legge di Bilancio
Il meccanismo della legge di Bilancio (legge 145/2018, articolo 1, commi 228 e seguenti) prevedeva per i periodi di imposta 2019 e 2020 un contributo a fondo perduto, nella forma di voucher, per l’acquisto di «prestazioni consulenziali di natura specialistica finalizzate a sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0».
Il contributo per le micro e piccole imprese è pari al 50% dei costi sostenuti nel corso del periodo di imposta, entro il limite di 40mila euro. Per le medie imprese il contributo scende al 30%, con tetto a 25mila euro. In caso di adesione a un contratto di rete, il contributo è del 50%, con limite a 80mila euro. In sostanza, sono previste tre diverse gradazioni dell’incentivo dedicato agli innovation manager.
A cosa serve il decreto Tutti questi contributi sono subordinati alla sottoscrizione di un contratto di servizio tra l’impresa e la società di consulenza o il manager, che però devono essere iscritti «in un elenco istituito con apposito decreto del ministro dello Sviluppo economico». Ed è proprio la definizione di questo elenco uno degli aspetti più rilevanti del provvedimento appena pubblicato, in ampio ritardo (era programmato per il primo aprile scorso).
I paletti da rispettare saranno diversi. Viene cioè confermato che anche i competence center e i centri di trasferimento tecnologico potranno fornire i manager dell’innovazione che le Pmi possono introdurre in azienda. Le società che vogliono fornire i manager, dopo l’accredito all’elenco, potranno fornire non più di dieci nomi per l’elenco da cui le imprese potranno attingere. Ogni manager potrà stipulare, nel corso di ogni anno solare, un solo contratto.
Altri provvedimenti da approvare Il decreto definisce anche i requisiti per potersi iscrivere all’elenco delle società e dei manager qualificati abilitati allo svolgimento degli incarichi manageriali. Anche se non chiude la partita. Un successivo provvedimento del Mise dovrà definire «modalità e termini per la presentazione delle domande di iscrizione all’elenco dei manager qualificati e delle società di consulenza abilitati allo svolgimento degli incarichi manageriali oggetto del presente decreto».
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Il profilo dell’innovation manager (il superconsulente che aiuterà le Pmi nella transizione verso il digitale) trova finalmente una definizione, grazie alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del primo luglio del decreto 7 maggio 2019 del ministero dello Sviluppo economico. Si sblocca così una dotazione della legge di Bilancio che, solo per il 2019, vale 25 milioni di euro e che spalmerà altri 50 milioni di euro tra il 2020 e il 2021: sono tanti i contributi a fondo perduto dedicati proprio a pagare le consulenze specialistiche per l’innovazione.
Cosa dice la legge di Bilancio
Il meccanismo della legge di Bilancio (legge 145/2018, articolo 1, commi 228 e seguenti) prevedeva per i periodi di imposta 2019 e 2020 un contributo a fondo perduto, nella forma di voucher, per l’acquisto di «prestazioni consulenziali di natura specialistica finalizzate a sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0».
Il contributo per le micro e piccole imprese è pari al 50% dei costi sostenuti nel corso del periodo di imposta, entro il limite di 40mila euro. Per le medie imprese il contributo scende al 30%, con tetto a 25mila euro. In caso di adesione a un contratto di rete, il contributo è del 50%, con limite a 80mila euro. In sostanza, sono previste tre diverse gradazioni dell’incentivo dedicato agli innovation manager.
A cosa serve il decreto
Tutti questi contributi sono subordinati alla sottoscrizione di un contratto di servizio tra l’impresa e la società di consulenza o il manager, che però devono essere iscritti «in un elenco istituito con apposito decreto del ministro dello Sviluppo economico». Ed è proprio la definizione di questo elenco uno degli aspetti più rilevanti del provvedimento appena pubblicato, in ampio ritardo (era programmato per il primo aprile scorso).
I paletti da rispettare saranno diversi. Viene cioè confermato che anche i competence center e i centri di trasferimento tecnologico potranno fornire i manager dell’innovazione che le Pmi possono introdurre in azienda. Le società che vogliono fornire i manager, dopo l’accredito all’elenco, potranno fornire non più di dieci nomi per l’elenco da cui le imprese potranno attingere. Ogni manager potrà stipulare, nel corso di ogni anno solare, un solo contratto.
Altri provvedimenti da approvare
Il decreto definisce anche i requisiti per potersi iscrivere all’elenco delle società e dei manager qualificati abilitati allo svolgimento degli incarichi manageriali. Anche se non chiude la partita. Un successivo provvedimento del Mise dovrà definire «modalità e termini per la presentazione delle domande di iscrizione all’elenco dei manager qualificati e delle società di consulenza abilitati allo svolgimento degli incarichi manageriali oggetto del presente decreto».